STUDIO LAFFRANCHI DI RADIOLOGIA E TERAPIA FISICA
Studio Medico polispecialistico presente in Como dal 1961

 

L'Ultrasuonoterapia

L'ultrasuonoterapia sfrutta gli effetti provocati nell'organismo da un'emissione di onde sonore superiori alla soglia uditiva. Si tratta di una metodica che utilizza le vibrazioni meccaniche (ultrasuoni), erogate in emissione continua o pulsata. 

La penetrazione nei tessuti delle onde ultrasonore esplica un'azione di tipo meccanico che si traduce in un micromassaggio, ed un'azione di tipo termico derivato dalla trasformazione in calore dell'energia vibrante.

Meccanismo d'azione

L'interazione degli ultrasuoni con i tessuti biologici produce effetti meccanici, termici, chimici e di cavitazione.

Effetti meccanici: l'azione meccanica è dovuta al movimento delle particelle dei tessuti attraversati dall'onda ultrasonica. Le variazioni di pressione che si producono sono in grado di determinare un movimento dei liquidi in presenza di disomogeneità (microcorrenti), un aumento della permeabilità di membrana e la scompaginazione dei tessuti per separazione delle fibre collagene.

Effetti termici: l'effetto termico dipende essenzialmente da due fattori, le caratteristiche di assorbimento del mezzo biologico e la riflessione dell'energia a livello dell'interfaccia tra tessuti a differente impedenza acustica.

Il passaggio di ultrasuoni attraverso i tessuti "molli" crea un innalzamento della temperatura per

  • assorbimento legato alla viscosità, 

  • assorbimento dovuto alla conduttività termica e 

  • assorbimento chimico.

Effetti chimici: l'azione chimica con modificazione del ph locale e della permeabilità delle membrane cellulari e con cambiamenti molecolari, è provocata dalle notevoli forze di accelerazione alle quali le particelle dei tessuti sono sottoposte al passaggio dell'onda ultrasonica.

Effetti di cavitazione: la cavitazione è la capacità degli ultrasuoni di generare in un fluido, piccole bolle del gas disciolto con successivo aumento di dimensione e possibile esplosione delle bolle. Da un punto di vista istologico il risultato è una distruzione cellulare irregolare con emorragia di tipo petecchiale. A dosaggi terapeutici le reazioni distruttive come l'emolisi, si verificherebbero solo in presenza di bassa concentrazione cellulare e bassa viscosità del mezzo, come a livello dell'occhio e dell'utero.

Indicazioni terapeutiche:

Come analgesici nelle forme artrosiche e periartritiche (induce il riassorbimento delle calcificazioni tendinee e periarticolari).

Sembra caduta la controindicazione assoluta in presenza di osteoporosi in quanto l'effetto piezoelettrico potrebbe avere addirittura un'azione positiva sulla osteogensi.

Nei ritardi di consolidazione dell'osso e nelle pseudoartrosi, nonché nelle osteoradionecrosi. In queste patologie, infatti, solo se utilizzato sotto stretto controllo medico, può essere una terapia decisiva per favorire, nelle prime fasi di cura, il riassorbimento delle componenti necrotiche delle lesioni, passaggio necessario perché possa iniziare il processo di guarigione.

Per stimolare la guarigione dei tessuti interessati da processo infiammatorio non infettivo.

Per facilitare il riassorbimento dell'ematoma.

Per facilitare la risoluzione dello spasmo muscolare, nelle contratture, per favorire la cicatrizzazione e per ridurre o eliminare calcificazioni periarticolari.

Per incrementare la plasticità del tessuto connettivo, anche nella cellulite.

Avvertenze:

è controindicato l'uso in corso di malattie che comportano turbe della percezione termica, su lesioni neoplastiche, in corso di malattie infettive contagiose, in età infanto-giovanile. Va evitata in corrispondenza dei globi oculari e dell'utero gravidico per la possibilità che anche a dosaggi terapeutici si verifichi l'effetto della cavitazione. Particolare cautela va posta nel trattamento di aree in prossimità del midollo spinale dopo intervento di laminectomia. La terapia va evitata in corrispondenza dell'aia cardiaca per la possibilità di interferenza sulla conduzione e contrazione cardiaca; è da evitare l'esposizione diretta dei pace-maker o di altre apparecchiature elettromeccaniche impiantate per i possibili danni permanenti che ne possono derivare. 


Bibliografia:

  • Randall L. Braddom; Medicina fisica e Riabilitazione; Antonio Delfino Editore
  • C. Cisari, G. Severini; Fisioterapia clinica pratica; Edi-ermes
  • M. Pizzetti, I. Caruso; Medicina fisica e riabilitazione; Edilombardo