Lettera Aperta
di un medico omeopata
al Prof. Garattini
(Qui
la versione letta dall'attore Enzo Giraldo)
Egregio prof. Silvio
Garattini,
ammiro e ho
sempre ammirato il suo operato all'Istituto "Mario Negri",
che rappresenta una delle Istituzioni Scientifiche più
prestigiose d'Italia.
Mi chiamo
Alberto Laffranchi, medico chirurgo, specialista in
radiologia e radioterapia, da 25 opero presso l'Istituto
Tumori di Milano. I "nostri malati" sono persone, come ben
sa, affette da problematiche psico-fisiche spesso gravi o
gravissime, anche quando giudicate dai medici curanti
guarite dalla malattia.
Dal 1992
assieme a numerosi altri colleghi abbiamo cominciato a
cercare nuove proposte terapeutiche per migliorarne la
qualità di vita, in particolare di fronte a patologie
iatrogene gravissime come ad esempio le ostoradionecrosi
della mandibola, le gravi ulcerazioni croniche da
radioterapia, dolori addominali cronicizzati conseguenti ad
interventi di radio-chemioterapia, etc.
Dopo i primi
sorprendenti risultati, i nostri orizzonti scientifici si
sono allargati, senza pregiudizi.
Nel 1998
abbiamo a tal fine costituto il Gruppo di Studio
MeTeCO (Medicine e Terapie Complementari in Oncologia)
con le finalità spiegate nel sito dell'Istituto alla voce
allegata.
Nel marzo
2008 la nostra attività è stata premiata con la prestigiosa
assegnazione del "Premio
Tiziano Terzani" per l'Umanizzazione della Medicina.
In questi
anni, tra le terapie da noi utilizzate su centinaia di
pazienti, anche l'omeopatia e l'omotossicologia che ci hanno
consentito da sole o in associazione con altre cure, di
ottenere risultati per noi sorprendenti e inattesi portando
alla soluzione definitiva lesioni iatrogene ormai giudicate
incurabili. Visti i risultati, sia come uomini che, e
soprattutto, come ricercatori, pur in una fase di non
completa comprensione dei meccanismi d'azione di queste
cure, non ce la sentiamo di condannarle, perchè rischieremmo
di togliere ai nostri pazienti l'unica possibilità medica
per uscire dal tunnel della loro sofferenza (sono decine i
pazienti guariti dal tumore, ma affetti da gravi patologie
iatrogene, che ci hanno dichiarato di aver pensato
seriamente al suicidio perché nessuno medico, per anni, era
riuscito a dare loro la possibilità almeno di alleviarne la
sofferenza).
Le allego uno
dei tantissimi casi clinici guariti. Si tratta delle
radiografie prima e dopo la cura (anche con particolari)
di una giovane signora con gravissimi danni alla mandibola
da radio-chemioterapia cui era stato definitivamente detto
che l'unica soluzione sarebbe stata l'amputazione della
mandibola stessa, seguita da intervento ricostruttivo. I
farmaci omeopatici, omotossicologici e i campi
elettromagnetici sono stati la sua cura.
Noi siamo
sempre sorpresi nel constatare che l'omeopatia funziona, pur
senza comprenderne a fondo i meccanismi d'azione; tuttavia,
i risultati ad oggi da noi ottenuti su decine e decine di
malati a cui era stato detto "Lei deve imparare a convivere
col suo problema", e poi curati e guariti omeopaticamente,
ci hanno imposto "il silenzio" scientifico e la nostra
criticità è crollata.
Ciò che le
chiedo è di non distruggere, attraverso i media, una grande
possibilità di cura per i nostri malati, ma di ricercare,
assieme a noi, delle possibili interpretazioni del fenomeno
omeopatico.
Con profonda stima, Dr.
Alberto Laffranchi
Nota: la paziente, sebbene non
identificabile, ha autorizzato la pubblicazione della sua
storia clinica.