Omotossicologia:
Introduzione e definizione
OMOTOSSICOLOGIA significa: studio degli effetti delle tossine sull'Uomo e relativo trattamento
omeopatico.
Rappresenta una concezione innovativa e molto moderna
dell'omeopatia, con proprie propria basi teoriche e metodologiche e una peculiare strategia terapeutica. Il padre dell'omotossicologia è H.H. Reckeweg, medico tedesco omeopata che a partire dagli anni '50 ha pensato di studiare, attraverso i moderni strumenti di indagine, le possibilità terapeutiche di nuovi gruppi di farmaci prodotti secondo nuove e differenti concezioni, ma anch'essi preparati in diluizioni omeopatiche.
Il medico omotossicologo rifiuta ogni integralismo terapeutico utilizzando sia acquisizioni proprie della medicina omeopatica che della medicina convenzionale, reinterpretata secondo le proprie chiavi di letture, che spiegano le modalità espressive dei fenomeni della salute e della malattia.
L'omotossicologia interpreta lo stato di salute come omeostasi dinamica e cioè come l'attidudine spontanea degli organismi viventi a mantenere in uno stato di equilibrio le proprie caratteristiche, al variare delle condizioni esterne. Questo avviene grazie ad una serie di meccanismi automatici
(dispositivi omeostatici) che regolano il flusso continuo di materiali e dell'energia attraverso il sistema stesso: ne è un esempio la capacità propria di tutti i mammiferi e uccelli di mantenere la temperatura corporea ottimale al variare della temperatura esterna e della quantità di calore prodotto nei processi del metabolismo
(omeotermia).
L'omotossicologia considera la malattia come la
lotta fisiologica dell'organismo che tende ad eliminare le omo-tossine endogene (prodotte all'interno dell'organismo) ed esogene (introdotte nell'organismo dall'esterno), che accumulandosi hanno superato la soglia di allarme.
E' dalla diversa interpretazione delle malattie e dalla loro Eziologia, cioè dalle loro cause, che originano le rilevanti differenze che contraddistinguono la
terapia omotossicologica e quella omeopatica da quella proposta dalla
medicina classica.
Secondo l'omotossicologia e l'omeopatia infatti la strategia terapeutica corretta impone di stimolare i
meccanismi di autoguarigione (omeostasi) propri di ogni organismo, incrementando la risposta immunitaria specifica di ogni soggetto, mentre la
medicina classica ha come prevalente base scientifica di ogni strategia terapeutica farmacologica, quella di
bloccare i sintomi delle malattie.
L'omotossicologia utilizza, come l'omeopatia,
farmaci omeopatici unitari (costituiti da un unico rimedio) ma anche, e più frequentemente,
farmaci omeopatici complessi (costituiti da più rimedi contemporaneamente presenti nello stesso farmaco).
I farmaci dell'omotossicologia sono infatti derivati sia dall'omeopatia classica, che da acquisizioni farmacologiche più recenti (come i substrati derivati da organi sani di suino, i catalizzatori intermedi, i chinoni ed i vari principi
immunostimolanti).
I vantaggi terapeutici dell'omotossicologia,
rispetto all'omeopatia classica sono: la possibilità di intervento anche nelle malattie degenerative e il rapido raggiungimento dei risultati terapeutici nelle patologie acute.
I vantaggi terapeutici dell'omotossicologia
rispetto alla medicina convenzionale consistono nello stimolare le funzioni biologiche di difesa dell'organismo anziché inibirle, quindi
nel favorire l'eliminazione delle cause delle malattie, piuttosto che limitarsi a curare semplicemente i sintomi, così come avviene con l'uso dei farmaci della medicina convenzionale.
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